Scenario 23, la terza tendenda dell’OVERside è l’Egometria: l’uomo data-driven e il Data-ism
Scritto da: Veronica Guariso, il 6 ottobre 2022
L’ultimo post ha analizzato Metalandia, la seconda tendenza di OVERside, terzo contenitore dello Scenario 23 “Futuroom” e tutte le sue dinamiche. La prossima tappa prevede invece di restare nell’ambito della tecnologia passando però all’Egometria, penultimo Trend individuato dal laboratorio TEA, che sta portando allo sviluppo di una vera e propria religione del dato. Analizziamo insieme questo concetto e scopriamo le implicazioni che potrebbe portare.
Egometria, la terza tendenza di OVERside
"Man mano che le macchine diventeranno sempre più simili agli uomini, gli uomini diventeranno sempre più simili alle macchine” affermava con largo anticipo l’autore e critico americano Joseph Wood Krutch. Non aveva tutti i torti. L’uomo, per integrarsi e utilizzare a pieno le macchine, deve misurarsi con esse. Sta infatti sempre più somigliando alle macchine e il motivo risiede nella nascita di una nuova tendenza, che lo porta a misurare ogni aspetto fisico e non della propria vita. Da qui, il nome del nono Trend dello Scenario 23 “Egometria”.
Secondo le intuizioni del team di ricercatori, i big data stanno avendo grande impatto sull’Uomo e le sue abitudini, nonché sull’economia, sempre più basata su calcoli e algoritmi, che hanno dato vita a una vera e propria religione, il “Dataism”. Questo termine è stato usato per la prima volta nel 2013 da David Brooks sul New York Times e può essere allargato all’ideologia emergente in cui il flusso di informazioni è il valore supremo, delineata dallo storico Yuval Noah Harari nel suo libro Homo Deus: A Brief History of Tomorrow. La Religione del Dato vuole che l’uomo si sottoponga alla legge del calcolo e che tutte le sue funzioni vitali siano costantemente controllate e registrate. Il mondo della diagnostica, secondo quanto indicato dal Trend Expert di InContatto e responsabile della ricerca Domenico Fucigna, vanta un grande mercato direzionato in questo senso.
Non solo i parametri vitali possono essere monitorati di continuo e confrontati con modelli di riferimento, lo stesso può avvenire anche dal lato mentale e culturale. Così c’è un mondo che si apre. Tutto può e deve essere numerabile e manovrabile attraverso algoritmi ed elaborazioni, trasformandosi in una vera e propria ossessione. Il dato è inoltre anche alla base del sistema economico.
Questa risorsa ha guidato la quarta rivoluzione industriale definita “digitale”, che presenta una novità rispetto a quelle passate: la risorsa a cui ruota attorno è infatti ribelle e si autoalimenta, più viene usata e più cresce. Questa dinamica rovescia il pensiero umano, abituato a pensare a un mondo scarso ed esauribile, a tal punto da rendere in potenziale crescita anche l’Uomo, che infatti viene ormai visto come una particolare configurazione di dati.
Egometria, Big data e lo sconfinamento nell’altrove
Analizzando le keyword di riferimento, Domenico Fucigna individua “data-ism”, che è una religione, come spiegato in precedenza. A colpire sono anche i zero party data, che sono invece i dati preziosi per le aziende. Gli utenti cedono queste informazioni in modo volontario e consapevole, le quali diventano fondamentali per migliorare il business. Poi c’è l’aspetto della predizione, che aiuta sotto tutti i punti di vista: prevedere con accuratezza è più facile al giorno d’oggi grazie a i big data, che rendono i comportamenti degli esseri umani prevedibili e la realtà misurabile.
Spicca anche la cartella colori che corrisponde a quella appartenente alla Spiritualità di qualche anno fa, nero escluso. Si tratta di un mondo che sconfina nella spiritualità e nel metaverso, nelle realtà parallele e quindi nell’altrove.
Egometria tra privacy e applicazione in ambito formativo
Tra le riflessioni emerse in merito all’Egometria, ce n’è una sul concetto di privacy. Tutti abbiamo avuto a che fare con i cookies, file creati dai siti web visitati che semplificano l'esperienza online salvando i dati di navigazione. Disattivarli permette di evitare di essere profilati, ma è difficile dire se sia davvero così o se la raccolta di informazioni avvenga sotto forme diverse. Gli aspetti tecnici e legali su questo fronte cambiano continuamente non solo a livello di regole ma anche di rilevanza culturale. Le nuove generazioni sono più permissive su questo fronte, così come alcune popolazioni oltreoceano. Alcune tribù dell’Amazzonia, ad esempio, hanno una politica aperta: tutto viene fatto in maniera condivisa, anche le cose più intime, perché non esiste la privacy.
Una riflessione sull’Egometria più in senso stretto è invece stata fatta da Franco Amicucci, Presidente di Skilla. Questo temine ancora non esiste ma corrisponde a una ricerca di una mappa di senso da parte degli esseri umani, che hanno questa tendenza. Lo stesso è avvenuto con i primi navigatori e le loro mappe basate sulla visione e le informazioni di altri. Ci sono sempre in ballo rischi e opportunità, i primi vengono limitati affidandosi al dato, come fa la scienza. La stessa dinamica di basarsi sulle informazioni e non sulle impressioni può perciò fare la differenza. Attualmente, la Religione del Dato, assieme al digitale, si sta allargando all’apprendimento, sempre più personalizzato. Informazioni e tecnologia che lo permettono portano a un uso e una visione positivi.
Egometria in azienda: il professionista data-driven è solo, anti-fragile e umanista
Vediamo ora l’incidenza del Dataism in ambito professionale. Continua l’analisi della nuova specie umana, e in particolare quella professionale, delineata dal Partner InContatto e Coach Expert Giuliano Caggiano. All’interno di questa categoria c’è l’Uomo data-driven che racchiude le caratteristiche analizzate negli scorsi post. È infatti solo, anti-fragile ma anche umanista e delinea una nuova categoria molto complessa. C’è un superamento del ruolo per arrivare a una dimensione inconscia del sé, che viene misurata proprio attraverso l’egometria. La nuova specie presenta inoltre alcuni elementi ignoti ipoteticamente ricollegati a anti-fragilità, resilienza e solitudine. Quest’ultima può essere vista come uno strumento di fragilità che porta alla prima delle tre categorie, grazie alla sua funzione riparatrice. Chi si sente solo in azienda, evade. La sfida che viene lanciata è quindi sull’immaginare come andare oltre gli strumenti che conosciamo, per trovarne di nuovi dal punto di vista organizzativo. Chi si sente solo non va ghettizzato e isolato, ma ha bisogno di essere integrato generando un forte senso di appartenenza per sopravvivere nel mondo aziendale.
© 2022 InContatto Srl. All Rights Reserved.