La Menzogna in risposta al bisogno di Paura è la terza tendenza del 2023: l’arte del Diavolo che domina il cyberspazio
Scritto da: Veronica Guariso, il 6 maggio 2022
Dopo Ordine e Sacrificio, il viaggio all’interno di INside, il primo contenitore di “Futuroom” si chiude con l’ultima delle tre tendenze dello Scenario23 legate alla dimensione privata e individuale della persona: la Menzogna. Intraprendiamo la tappa finale del nostro viaggio per approfondirne i meccanismi e le dinamiche.
Menzogna, la terza tendenza dello Scenario23
In quest’epoca storica dove il fake spesso domina le scene a discapito della verità, prende piede la Menzogna, tendenza particolarmente interessante grazie alle dinamiche che la rendono attiva a livello individuale, relazionale e organizzativo. Negli ultimi anni si è aggravata spingendo gli individui a mentire se in difficoltà per superare situazioni complicate. Tra le principali cause della diffusione generalizzata di questo trend, ci sono i conflitti tra Nazioni che l’hanno portata a livelli di raffinatezza e minaccia mai raggiunti prima. Essa assume quindi una connotazione negativa, venendo definita come un malcostume maligno che guida i comportamenti delle persone ma che spesso viene innalzata ad abilità e confusa con l’astuzia. Ha comunque preso piede concretamente nella quotidianità a partire dalle fake news diffuse sui social, mutate poi in big fake, manipolazioni digitali di personaggi, favoriti da una scarsa alfabetizzazione digitale del pubblico. Gli individui, così, faticano a distinguere la verità dalla bugia, soprattutto all’interno del cyberspazio, dove prolifera con più facilità.
Menzogna, l’arte del Diavolo per eccellenza
Questo terzo trend individuato da TEA, risponde al bisogno della Paura che si genera quando si mente con il terrore di essere scoperti sin da piccoli, quando si raccontano bugie piccole. La Menzogna, come spiegato dal Trend Expert di InContatto e responsabile della ricerca Domenico Fucigna durante il dibattito tenuto a H-Farm, presenta un sedimentato storico plurimillenario che la fa corrispondere alla figura del Diavolo, il signore della Menzogna per eccellenza e che l’ha resa un’arte. Essa è infatti molto più pericolosa di altri atti crudeli perché genera dubbio e disgregazione, corrisponde a una promessa di bene fatta per ferire. Sant’Agostino nel suo “Discorso 83”, citato da Fucigna, la distingue in tre tipologie, dandole una definizione: è un processo di deformazione della realtà finalizzato alla seduzione, che può arrivare anche a sostituire la realtà. Una delle immagini che più rappresentano questo concetto è il Serpente che promette a Eva di poter diventare una divinità attraverso l’appropriazione della Mela. Anche il bacio di Giuda può essere utilizzato per spiegarne i meccanismi. Entrambe queste immagini sono sempre riferite al Demonio, che prende in mano la situazione intervenendo e illudendo. C’è perciò sempre un richiamo al male e alle connotazioni negative che genera. Concentrandosi sugli altri aspetti visivi c’è una keyword che attira l’attenzione: “gaslight”, la luce del gas che è calda e suadente ma tossica. A livello di rilevanza cromatica, dominano colori accesi e scintillanti che Domenico Fucigna paragona a quelli delle caramelle delle sagre perché attirano l’occhio e ingolosiscono, portando a conseguenze poco piacevoli (le carie nel caso dei dolciumi). Si tratta quindi di seduzione con finalità malevole e ha un peso visivo del 34%, quindi alto.
Paure e tolleranza: che cosa aspettarsi
Passando ora al dibattito e alle sue conclusioni, ci sono parecchi spunti e previsioni emersi dai punti di vista espressi dai relatori Maria Cristina Pagliuca (HR Director di Jaguar Land Rover Italia), Michele Sambaldi (Managing Director di Pellicano Hotels) e Mauro Iannizzi (Principal di H-Farm Innovation) in merito a questo tema e in particolare alle paure che ne derivano. sul futuro del lusso. Ne vengono inizialmente individuati tipi differenti che toccano tre livelli: il primo riguarda una prosecuzione delle paure primordiali come tradimento, solitudine, abbandono, non rispecchiare le aspettative e così via; il secondo invece riguarda la mancanza di sicurezza personale e il dubbio sulla risposta che il genere umano riesce a dare in situazioni come quelle che stanno caratterizzando quest’epoca storica (la pandemia, la guerra e i disastri naturali); il terzo è incentrato sul non aver paura e legittimare brutture, orrori, ingiustizie, mancanza di civiltà pur di ottenere un compromesso tra l’oggetto del desiderio e ciò che realmente si ottiene. Quest’ultimo è il più preoccupante e si ripercuote molto nell’ambiente lavorativo, dove la soglia di tolleranza si è alzata drasticamente. Sempre all’interno delle aziende, secondo gli ospiti citati, si genera un’ansia particolare legata alle aspettative e ai cambiamenti troppo rapidi per essere sostenuti e affrontati al meglio. Da qui nascono paure che accorciano il futuro e riducono i rapporti umani. Sempre in riferimento al mondo del lavoro, è emerso come i giovani siano meno tolleranti alle bugie e alle false promesse. Ciò che li attrae inizialmente si sgretola in fretta. La tolleranza, se cresce come anticipato in riferimento alla sopportazione di comportamenti negativi, diminuisce invece sul fronte del fake, che porta addirittura all’abbandono dell’azienda. Anche il tema della sostenibilità sta affrontando queste dinamiche.
Menzogna e credibilità: la sfida legata alla terza tendenza
Passiamo infine alla sfida che viene lanciata in riferimento a quest’ultima tendenza. Secondo l’analisi del coach expert e Partner di InContatto Giuliano Caggiano, la Menzogna è legata a un meccanismo di difesa. C’è un bisogno di negazione di qualcosa che è reale e vero all’interno dell’Io, che genera questa necessità. Sul fronte delle aziende, ci si può rifare al tema dell’incoerenza, che corrisponde a una forma di menzogna. Spesso la ritroviamo nelle regole appese e negli slogan, poi non seguiti in modo pertinente, così come le aspettative che vengono stravolte e rese illusorie. Anche i valori vengono messi pur di mascherare la realtà. Negare però è controproducente e un primo passo per evitare di cadere nell’errore è quello di mettersi in discussione e vedere tutto questo come un punto d’arrivo raggiungibile attraverso un percorso delineato. La linea da seguire è quella della chiarezza. La sfida che viene lanciata in questo caso deve spingere le aziende a fronteggiare la dimensione filosofica e secolare della Menzogna. Devono quindi creare piani strategici molto specifici che evitino la generazione di tranelli e una credibilità aziendale stabile, ma stando attente a non scatenare un effetto boomerang. Possono, inoltre, fare dei percorsi di formazione che possono essere di due tipi: basati sul fact-checking, che verifica quindi le informazioni e sul debunking, che smonta invece quelle false.
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