La seconda tendenza del 2023 è il Sacrificio e risponde al bisogno di Spiritualità: il paradosso della responsabilità alla base delle scelte future
Scritto da: Veronica Guariso, il 6 maggio 2022
Nel post precedente abbiamo analizzato l’Ordine, la prima delle tre tendenze di INside, il primo contenitore dello Scenario23 “Futuroom”. Proseguiamo ora il nostro viaggio con il bisogno di Spiritualità, che trova risposta nel Sacrificio, di cui approfondiremo i contenuti e le dinamiche.
Sacrificio, la seconda tendenza dello Scenario23
Durante la pandemia, le necessità sono aumentate esponenzialmente, soprattutto in ambito medico date le incognite causate dal Covid. In questo contesto ha cominciato a generarsi la seconda tendenza che ritroviamo nel nostro Scenario: il Sacrificio. Questo nuovo modo di agire, che ha poi coinvolto altri ambiti con il passare del tempo, si è legato strettamente alla volontà di fare del bene comune, anche a discapito di quello personale. Il concetto di Sacrificio, secondo il Trend Expert di InContatto e responsabile della ricerca Domenico Fucigna, intervenuto durante il dibattito tenuto a H-Farm, assume un significato preciso: non consiste nell’annientamento di sé stessi, ma in un innalzamento. Mettersi al di sopra è però un meccanismo comunicativo persuasivo quindi bisogna stare all’erta.
Spiritualità predominante nello stile visivo del Sacrificio
Come gli altri Trend individuati dal laboratorio TEA, anche il Sacrificio risponde a un bisogno specifico: quello della Spiritualità, che possiamo ritrovare negli elementi visivi e nei colori che lo caratterizzano. Per esempio il violetto presente nella palette di riferimento, indica proprio una prevalenza del valore dello spirito. C’è poi il verde che è un richiamo esplicito alla natura, così come il marrone, che si riferisce alla terra. Il nero invece riguarda la morte, come occasione di rinnovamento. Infine, per la prima volta a distanza di anni, si rivede il rosso sangue, che sta a indicare un sacrificio concreto. Il suo peso visivo è inoltre circa il doppio (44%) rispetto a quello individuato per l’Ordine (22%).
Sacrificio e valori: in che cosa credere
Passando ora alle ipotesi emerse in seguito al dibattito, gli ospiti Mauro Iannizzi (Principal di H-Farm Innovation) e Michele Sambaldi (Managing Director di Pellicano Hotels) hanno riflettuto sui valori in cui credere. È emersa un’importanza particolare della scissione tra job title, la figura che l’individuo rappresenta, e ciò che è realmente la persona. Bisogna credere di più nella persona reale e meno nell’etichetta che viene data, per avvicinarsi a chi è realmente l’interlocutore in questione e alle sue soft skills. Riscoprire l’individuo aiuta a creare il giusto connubio, che permette di raggiungere l’obiettivo comune con la giusta intesa, senza soffrire il percorso, ma condividendolo. C’è perciò una dimensione più spirituale che va tenuta presente e meno una prettamente meccanica. Un altro tema legato allo spirito è invece quello della promessa, che corrisponde a una dichiarazione forte e in grado di minare il rapporto con gli altri se non mantenuta. Essa si lega quindi strettamente a un altro valore: la coerenza, che va cercata attraverso un percorso di continuo affinamento. Non bisogna focalizzarsi solo sul risultato ma anche su come ci si arriva, un viaggio di ricerca costante che porta ai risultati solo al suo termine. Tutto deve arrivare grazie a un compromesso e alla solidarietà, soprattutto in un momento dove la prevaricazione è dominante.
Sacrificio e paradosso della responsabilità: la sfida legata alla seconda tendenza
Per quanto riguarda questo Trend, secondo il nostro coach expert e Partner di InContatto Giuliano Caggiano, è più complesso individuare una declinazione aziendale. Secondo la sua analisi, il concetto di sacrificio rimanda a una dimensione sacra, di innalzamento, come già anticipato in precedenza e alla morte, come individuato anche nella rilevanza cromatica con il nero e il rosso sangue. Con questa tendenza, si sviluppa un bisogno di altruismo che però deve portare a un guadagno utile a dare forma alla propria identità. Definire chi si è, è possibile grazie a un grande paradosso che l’individuo vive: chi compie un sacrificio, si sente responsabile e al contempo irresponsabile ed è questa esperienza che richiama il tema di unicità. Per le aziende, nel 2023 la sfida non va incentrata sulla diversità ma deve perciò assumere rilevanza l’individuazione di percorsi organizzativi unici per le persone. Dare attenzione alle persone che si stanno sacrificando deve essere al centro. Molti dipendenti hanno rinunciato a tanto, a partire dal proprio stipendio e questo sacrificio va quindi riconosciuto non a livello generale ma per le singole persone.
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