Scenario 23, la Salvazione tra Uomo e ambiente: l'ultima tendenza dell'OVERside
Scritto da: Veronica Guariso, il 6 ottobre 2022
Eccoci all’ultima tappa del nostro viaggio all’interno dello Scenario23 “Futuroom”. Dopo l’Egometria, legata alla Tecnologia, è il turno ora della Salvazione, che riguarda l’Ambiente. L’OVERside si chiuderà proprio con questo Trend, incentrato sul passaggio da una visione dei disastri naturali come estremi alla loro interiorizzazione, fino a renderli la new normality. Addentriamoci in questa nuova dimensione e scopriamo insieme le dinamiche e le regole che la caratterizzano.
Salvazione, l’ultima tendenza di OVERside
"Quando le generazioni future giudicheranno coloro che sono venuti prima di loro sulle questioni ambientali, potranno arrivare alla conclusione che questi 'non sapevano': accertiamoci di non passare alla storia come la generazione che sapeva, ma non si è preoccupata” affermava Mikhail Sergeevich Gorbachev. La questione ambientale è tra gli argomenti più discussi del momento. Sono tante le conseguenze negative che il cambiamento climatico e lo sfruttamento delle risorse stanno causando, tra queste i disastri ambientali sempre più frequenti e dannosi. L’Uomo si sta però abituando per certi versi alla loro presenza. Sono infatti diventati parte della new normality, incidendo sull’agenda setting globale, invasa da argomenti come climate change, energy crisis, depopulation, economic collapse, war. Questi problemi, ormai entrati ampiamente nella quotidianità delle persone, limitano e limiteranno sempre di più le opzioni di luoghi in cui abitare per le prossime generazioni, che vivranno in modo diverso.
Il motto che rappresenta appieno la nuova visione in merito a questo tema è “si salvi chi può”, delineato da Domenico Fucigna, Trend Expert e Responsabile del team di ricerca InContatto. Gli eventi estremi, fino agli anni Novanta, erano considerati eccezionali mentre ora sono diventati normali. Quindi ciò che sta dietro a questo Trend, che prende il nome di Salvazione, è appunto come fare a salvarsi e c’è già chi ha pensato a un’ipotetica soluzione: alcune agenzie immobiliari negli Stati Uniti offrono ai clienti abitazioni 100% safe, per assicurare loro un luogo al riparo da eventi che si potrebbero verificare. Tra queste c’è Apocalypse Wow, una società che vede molte opportunità in un’eventuale apocalisse climatica e che si occupa di bunker e rifugi ad hoc per situazioni estreme.
La situazione attuale resta critica e in futuro potrebbero servirne parecchi per evitare che il genere umano si estingua. Basti pensare a Jakarta, che sprofonda di 40 cm l’anno e che ha costretto alla costruzione di una nuova capitale in Indonesia. Lo stesso rischio è corso da Bangladesh e Pakistan, con 2-300 milioni di persone da spostare, oppure dalla Florida e dalla nostra Venezia. Con in ballo la salvezza dell’Uomo, però, quella dell’ambiente passa in secondo piano.
Salvazione, una tendenza consolidata ma che resta incomprehensible
Spostandosi sulla cornice di senso di quest’ultima tendenza, la Salvazione, sono Apocalypse e migration le parole molto ricorrenti. Questa resta una tendenza consolidata e in parte chiara. Tuttavia c’è anche incomprehensible tra le key word che spiccano e in riferimento a quest’ultima è importante tornare ai due acronimi che ci dicono cosa sta succedendo: siamo passati da VUCA, acronimo coniato dall’Esercito degli Stati Uniti alla fine della Guerra Fredda, ma che viene spesso associato alle crisi aziendali e sta per Volatility, Uncertainty, Complexity e Ambiguity (Instabilità, Incertezza, Complessità e Ambiguità), a BANI ovvero Brittle, Anxiety, Not-linear, Incomprehensible (Fragile, Ansia, Non lineare, Incomprensibile), inventato in riferimento ai cambiamenti della pandemia. C’è stato un passaggio repentino da incerto a caotico e fragile, che ha aggiunto all’incertezza la perdita della capacità di vedere il nesso tra causa ed effetto, che porta a non trovare soluzioni ai problemi che si generano.
Salvare l’ambiente per salvare l’uomo con un unico metodo
Salvare l’ambiente per salvare l’uomo potrebbe però essere una soluzione al problema che sta coinvolgendo il nostro pianeta ed è una soluzione che sta cercando di delineare l’Agenzia spaziale europea, secondo l’esperienza portata da Marco Recchioni, President e Founder di Remedia-Group. Si stanno raccogliendo informazioni che permettano di capire e delineare itinerari su come cambierà il clima in futuro e che aiuterebbero anche sul fronte di Apocalypse Wow. Attraverso la tecnologia e il metaverso, è stato creato un clone della Terra per condurre delle simulazioni e comprendere meglio come e in base a cosa cambierà l’ambiente. Il nostro Pianeta viene monitorato dallo spazio attraverso dei satelliti che eseguono la Earth observation, fotografando più volte gli stessi punti, in modo da catturarne l’evoluzione. Ogni pixel contiene informazioni che vengono poi confrontate dall’IA e permettono non solo di capire cosa sia successo in passato ma anche predire il futuro.
Salvazione, il Well-being come soluzione per le aziende
Lo stesso sistema, su suggerimento di Marco Recchioni, andrebbe riapplicato nelle aziende per monitorarle. Cambiano infatti le tecnologie ma le metodologie possono essere replicate e aiuterebbero a gestire meglio i processi di evoluzione di tipo organizzativo per rendere questi cambiamenti efficaci e per far sentire meglio le persone. Secondo il Partner InContatto e Coach Expert Giuliano Caggiano, che prosegue sulla stessa linea, è l’organizzazione ad aver necessità di essere salvata, oltre ad alcune capacità nuove emerse nel corso del tempo. Lo stesso capita con i nuovi tipi di professionisti, che per salvarsi se ne vanno dalle aziende e lascia perciò un invito alle organizzazioni per concludere: ci sono già i mezzi e gli strumenti per aiutare i lavoratori e le persone e per farle stare bene, tra questi il Well-being, uno stato dell’Essere che prevede di salvarsi per stare bene con sé stessi ed è proprio questo ciò su cui bisogna lavorare. L’unicità ma soprattutto l’autenticità vanno preservate, oltre il ruolo che viene ricoperto. L’azienda, così facendo, deve permettere a chi ci lavora di sentirsi parte di un tutt’uno nella propria individualità.
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